Olive secche e danni da freddo, la correlazione possibile


Olive secche e danni da freddo, la correlazione possibile

In giro per l'Italia vengono segnalati con sempre maggiore frequenza disseccamenti, più o meno estesi, di chioma fruttifera e anche di olive, in quantità non compatibili con la cascola di luglio.

Nella maggior parte dei casi si tratta di aree dove la gelata dovuta al vento siberiano Burian ha colpito ma dove, all'apparenza, i danni alle piante sono risultati minimi o trascurabili.

Da una parte gli olivicoltori sono preoccupati per un fenomeno anomalo che non sanno spiegarsi e dall'altro i tecnici sono costretti a un percorso diagnostico piuttosto lungo, dovendo scongiurare altre più pericolose possibilità.

Nelle aree pugliesi, infatti, tali disseccamenti possono venire scambiati, a un occhio inesperto come sintomi da Xylella, scatenando un ingiustificato panico.

In altre aree, come quelle calabre e lucane, si può pensare a lebbra o verticilliosi, specie se i disseccamenti si manifestano nelle aree apicali.

In alcune zone del Garda attacchi fungini del genere Phoma stanno provocando sintomi comparabili, anche se diversi.

Insomma in ogni area vi possono essere diverse spiegazioni per questi disseccamenti e, molto spesso, gli effetti della gelata vengono presi come ultima ratio, anche perchèla reazione degli olivi in primavera è risultata spesso eccellente, fugando ogni sospetto di possibili ripercussioni a causa di Burian.

In realtà spesso è sufficiente un esame visivo del rametto per accorgersi di piccole ferite, fessurazioni o rigonfiamenti, segni evidenti di danni da gelo. Più complicato, ovviamente, la verifica nel caso il rametto non presenti tali sintomi. In questi casi potrebbe essere utile fare una sezione del ramo e verificare lo stato dei vasi xylematici al microscopio o sotto una potente lente di ingrandimento.

Spesso si notano degli imbrunimenti a livello di questi vasi, con la conseguenza di avere un restringimento del flusso che può risultare insufficiente a portare acqua e nutrienti a sufficienza.

Ma perchè questi problemi non si sono manifestati in primavera?

Va ricordato che la primavera appena trascorsa è stata particolarmente mite e piovosa, condizioni ideali per lo sviluppo vegetativo senza stress. Al primo manifestarsi di condizioni avverse, con caldo torrido e siccità, ecco però che la porzione di olivo danneggiata ha manifestato tutti i propri limiti nel soddisfacimento delle esigenze idriche della vegetazione in crescita e delle giovani olivine in sviluppo.

Insomma la lunga mano di Burian si sta manifestando anche oggi, con effetti che, pur limitati, fanno capire come servirà tempo all'olivicoltura italiana per riprendersi completamente dalla gelata 2018.

di Alberto Grimelli