Si è conclusa così, con un verdetto che - a detta dei più, era piuttosto scontato l’udienza semiseria che ha visto quattro noti avvocati dibattere in maniera accorta e puntuale: quello di Trevi, in località Bovara di proprietà della famiglia Crisafulli, legato al martirio di sant’Emiliano è un ulivo più vecchio di quello di Giano dell’Umbria.
Il secolare ulivo trevano, datato attraverso prove scientifiche condotte dall’Università di Perugia, intorno al 1.500 ha avuto quindi il suo riconoscimento.
In tanti hanno voluto partecipare alla simpatica disputa messa in scena presso la sala consiliare del Comune di Trevi: “una grande soddisfazione vedere tanta curiosità e tante persone, ha commentato il primo cittadino trevano Bernardino Sperandio, per una querelle semiseria che ci ha dato la possibilità di mettere al centro dell’attenzione la necessità di tutelare queste piante secolari.”

