Oggetto: Mostra di scultura
Titolo: Oneiros
Di: Manuela Cannelli
A cura di: Paolo Massei
Complesso museale di San Francesco – Trevi
Inaugurazione: Sabato 03-03-2018 ore 11,30
Durata: Dal 03-03-2018 al 18-03-2018
Orari: Venerdì, Sabato e Domenica dalle ore 10,30 alle 13,00 – dalle ore 14,30 alle ore 17,00
In occasione della mostra verrà esposta e presentata al pubblico l’opera scultorea dell’artista Cannelli , premio primo classificato della terza tappa della corsa ciclistica “ Due Mari” Tirreno-Adriatico arrivo a Trevi il giorno 9 marzo 2018.
La mostra è un’occasione per vedere le opere di quest’artista che ha scelto di lavorare e creare nel Comune di Trevi le sue realizzazioni in ferro.
Equilibri di forma e pregiudizi
Vorrei scrivere per la mostra di questo artista, non cadendo nello scontato e cioè evidenziando che l’artista in questione è una donna, che ha scelto per il suo percorso di ricerca una materia dura come il ferro, non mettendo cosi in evidenza che la materia con cui essa principalmente si esprime e la tecnica usata è soggetta ad essere manipolata quasi esclusivamente da artisti uomini.
Scrivo per lei perché conosco l’artista Cannelli da tanti anni e ho visto con quanta passione e sacrificio essa percorre la sua personale ricerca.
Per scrivere di un’artista calandosi dentro quelle che sono le profondità della sua personalità si deve avere la consapevolezza che non possono essere delle semplici righe di scrittura a saziare le tante domande che vi rimarranno irrisolte, ne saranno le belle parole a portare conforto all’artista sulle sue ansie, o a lenire le ferite e le angosce, che l’arte chiede a tutti coloro che fanno dell’arte la ricerca di una vita.
Più volte mi è accaduto di fermarmi delle ore nel suo studio officina a discutere di arte concludendo sempre le nostre discussioni mettendola in guardia che l’arte, o meglio vivere l’arte non è un’esperienza indolore che scivola via indifferente lungo un percorso fiorito e profumato, ma è un’esperienza di vita che per formare l’artista arriverà perfino a graffiarle l’anima conficcando i suoi artigli fino a farla sanguinare.
La Cannelli essendo cresciuta studiando e lavorando nell’officina del padre si nutre di questi universi incerti, ci si nutre culturalmente con un impeto tale che lascia spesso tutti sorpresi. La sua dimensione artistica non ancora definita è espressa tra linguaggi ingenui e scaltri, si muove tra equilibri di forma e pregiudizi creando opere che trasportano colui che le osserva oltre la soglia di un’immaginazione assuefatta da un’estetica per così dire di riporto “cioè da opere furbe”.
E’ così sufficiente davanti alle suo opere sospendere giudizi e pregiudizi, per far salire quel muto suono con cui le opere sono state occultate dall’artista, scoprendo così quel suo cosmo visionario a cui essa attinge idee per creare arte.
La sua è un’arte che non traspira ne di allarmanti simboli ne di concetti astratti, ma di segni che ci induco alla riflessione portandoci a sostare in attesa per un’impellente diversa rilettura della realtà quotidiana, tra una visione ironica e critica dell’identità contemporanea che essa vive.
Cara Artista con questo mio scritto intendo farti un grosso in bocca al lupo per questa tua mostra, con la speranza che queste poche righe ti siano da supporto nel tempo più di un semplice ricordo.
Paolo Massei.